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La prima giornata del convegno “Quartieri avvelenati”

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Si è svolta il 17 maggio 2019, la prima giornata del convegno “Quartieri avvelenati. Criticità ambientali: aria, suolo, acqua, rifiuti e sostenibilità a Roma est”, organizzato dal Collettivo territoriale Roma Est.

Un convegno di studi che intende affrontare, con l’intervento di esperti, docenti e attivisti, la crisi economica, sociale e ambientale di un territorio fortemente impattato dall’aggressività di un modello di sviluppo neoliberista che continua a devastare vite e ambiente, producendo ulteriore impoverimento e lasciando cumuli di macerie e rifiuti.

Non a caso, proprio nelle stesse ore, a poche centinaia di metri dal Centro culturale Giorgio Morandi che ha ospitato l’evento, è stato inaugurato il centro commerciale “GranRoma” con 40mila metri quadri di nuovo suolo cementificato. La proprietà è del gruppo Fresia della famiglia Federici, noti costruttori romani e discendenti di Elia Federici, protagonista delle più grosse opere di sventramento e sradicamento sociale della città di Roma avvenute durante il ventennio fascista, da via dei Fori Imperiali all’Anagrafe a via Veneto. Il gruppo Fresia dichiara candidamente che questi 5 nuovi ettari di cubature di cemento messe a profitto in un ennesimo centro commerciale vogliono rappresentare “un’identità per la zona” e la vogliono “riqualificare” cambiandone il volto. A distanza di anni la storia si ripete.

La coincidenza con il nostro convegno ci impone una riflessione sul ruolo degli abitanti nell’impedire processi di “valorizzazione” di questa specie. L’assoluta mancanza di percorsi partecipativi e di controllo popolare consentono ai cosiddetti poteri forti e alla rendita di proseguire nell’avvelenare il territorio che abitiamo. In questo modo assistiamo inerti al consumo vorace di suolo agricolo e alla realizzazione di infrastrutture esclusivamente funzionali al movimento di capitali e merci, lasciando invariato e impossibile il quadro della mobilità per i residenti.

Così come rimangono inevase le tante questioni sociali a partire dall’emergenza abitativa e dall’assenza di servizi. Per questo il convegno è stato puntuale e necessario. Ora dobbiamo dare corso ad un’inchiesta e dobbiamo tessere una rete di relazioni in grado di trasformare questi primi momenti “sussurrati” e apparentemente inascoltati, in una capacità collettiva di pianificazione ed espressione del dissenso.

Siamo ancora in tempo.

Il convegno proseguirà venerdì 24 maggio all’ITT Bottardi con l’intervento di diverse realtà territoriali che affrontano la questione della rigenerazione urbana ponendo al centro la sostenibilità sociale, ambientale e culturale.

 

Irene Di Noto

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