Erano le 22 di ieri sera, 25 aprile 2019, quando dai resti della baraccopoli di viale Togliatti, posta sotto sequestro da oltre tre mesi, è partito un immenso rogo che ha invaso con fumi ed esalazioni i soliti quartieri di Tor Sapienza, Collatino e Colli Aniene. Una immensa nube nera, carica di diossina, ha reso l’aria irrespirabile.
La burocrazia si muove con tempi non adatti alla sicurezza del territorio mettendo in serio pericolo il “diritto di respirare aria” di tanti cittadini romani.
Per domare l’incendio di “materiale generico” sono intervenute diverse le squadre dei Vigili del Fuoco con l’ausilio di tre Autobotti, il nucleo NBCR, due APS, la kilolitrica, proveniente da Ciampino, per complessive 30 unità. Le fiamme sono state contenute e circoscritte. Le operazioni di minuto spegnimento sono state coordinate dal Comandante, Giampietro Boscaino.
Neppure la presenza dell’esercito, a presidio del vicino campo Salviati, è servita come deterrente a far desistere i soliti individui pronti ad appiccare il fuoco e a danneggiare la comunità.
Non basta eseguire gli sgomberi degli insediamenti abusivi, le aree vanno subito bonificate dai rifiuti prodotti da chi occupava il terreno.
Non vogliamo entrare in polemica per i ritardi che ci sono stati nel liberare l’area dagli occupanti, tante le segnalazioni inviate dai comitati e dalle associazioni territoriali, ma occorre certamente imparare dagli errori commessi.
Una discarica come quella che si era accumulata sotto il cavalcavia di viale Togliatti era un ‘incentivo’ per i piromani che spesso hanno colpito questa zona con i loro roghi tossici e poteva essere usata come una forma di vendetta per chi ultimamente non può svolgere con tranquillità affari illeciti per la presenza dell’esercito a sorvegliare la zona.
Non si può attendere mesi per rimuovere questa immensa discarica che ora è solo cenere e diossina. Il Municipio ci fornisca qualche spiegazione in merito per questa ennesima “dimenticanza”. Ricordiamo che la discarica fu posta sotto sequestro il 2 febbraio e non fu mai ripulita.
Antonio Barcella